Notte (di AGC)
Notte
Notte, notte oscura, notte da solo,
stanza buia, solo con te, tormento
che non mi lasci finché m’addormento;
del tuo pensier con nulla mi consolo.
M’avvolgo in un cantuccio e teco volo,
ogni tua fibra alle mie fusa sento,
cent’anni con te vivo in un momento;
candida a te alba accanto al ciel convolo.
Ma repente atro folgor mi sovviene:
per fatal mio errar altri t’ha e t’ha avuta.
Oh tetri anni che in vani amor passai!
Dimon mi gittò dal turpe alle pene,
ma, se mai mortal sorte in ben si muta,
saper mi lica: tu mai m’amerai?
(AGC)