[Arturo Maria Licciardi – Io ti raggiungo a Dodona, XL POESIA in III PARTE fuori Collana] – FINE

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Arturo Maria Licciardi (III Parte)

La virtù che dorme lungo la via -XXXI poesia fuori Collana-
Il dio minore -XXXII poesia fuori Collana-
Essere uno -XXXIII poesia fuori Collana-
Gli infiniti attimi dispersi -XXXIV poesia fuori Collana-
La pelle di Giuna -XXXV poesia fuori Collana-
Mito -XXXVI poesia fuori Collana-
Il nodo di Gordio -XXXVII poesia fuori Collana-
La storia addormentata -XXXVIII poesia fuori Collana-
Marebbe -XXXIX poesia fuori Collana-
Io ti raggiungo a Dodona -XL poesia fuori Collana-
Fine

(Aggiornamento al 17 OTTOBRE 2018)

Arturo Maria Licciardi – fuori Collana –

III PARTE

Le Poesie di Arturo Maria Licciardi
Dimenticando la morte

– POETI CONTEMPORANEI –
Cultura Duemila Editrice,1992

Concerto no 1 in F major, Ada

Ti vogliamo ricordare così, fratello -che
nasci a Palermo il 20 Settembre 1942
e
lasci le tue ceneri a Merano il 7 Maggio 2016-,
ascoltando con Te un brano, non scelto, di uno dei tuoi
Compositori preferiti e da te più amati,

Johann Sebastian Bach

tanti altri a seguire …

Mischa Maisky plays Bach Cello Suite No.1 in G (full) – YouTube

https://www.youtube.com/watch?v=mGQLXRTl3Z0

ed … oggi, 7 Maggio 2017,
ricordiamo te, fratello caro, che, un anno addietro,
lasciavi per sempre e la tua amata Merano e … noi,
increduli e sgomenti
ancor oggi che son trascorse
ben 4 Stagioni:

La Primavera https://www.youtube.com/watch?v=RnwuF-MCRuo
L’Estate https://www.youtube.com/watch?v=KYfNaL9lODs
L’Autunno https://www.youtube.com/watch?v=zqx37cBz_no
L’Inverno https://www.youtube.com/watch?v=eH4oGJcCzdM

°°°°°°

e stanno per passare le Quattro Stagioni
e, per intiero, quando giungerà quel triste 7 Maggio-
e, per la seconda volta, apparentemente senza di te, fratello!
Sì tutte stanno trascorrendo da La Primavera d’un 7 Maggio 2017
le Quattro Stagioni.
E il ricordo di te è intatto, quasi sempre senza lagrime,
perché sorrisi e risate tu soprattutto ci lasciasti.
E … noi che ti doniamo in questa Primavera del 2018? Il giorno dopo … la tua non più presenza – il giorno 8 Maggio?-
Che doniamo a Te, amante puro di tutta la Musica pura,
se non il tuo
Fabrizio De Andrè?

Fabrizio De Andrè 

XXXI

Una virtù che dorme lungo la via
di Arturo Maria Licciardi

ti saluto erede di niente
ecco!
ti lascio la semplice assenza
la verità anteriore
la pura esistenza
al di là della cura
al di là di Dio
dell’incessante attesa …
riposa perenne malinconia
fra le viscere della terra
dimenticanza estrema
divina scintilla
soprannaturalità
impotenza
non l’atto il metafisico passo
piuttosto il movimento mi riportò a godere
dei mille accadimenti
delle tenere espressioni dei ruscelli
del suono
del silenzio a un tratto
e poi a seguire
il sibilo del vento

(Arturo Maria Licciardi)
(in © A.M.LicciardiUna virtù che dorme lungo la via, Cultura Duemila Editrice,1992, p.51).

 

XXXII

Il dio minore
di Arturo Maria Licciardi

oh energia vitale!
informa il mio spirito
e sostituisci la tensione interna
rendila priva di senso l’esistenza
cantala indovino la canzone
e il risultato poi non m’appartiene
m’allieti pure Marsia
o se gli piaccia al divino Apollo intrattenermi
o l’uno o l’altro
che qui s’avanzi
e suoni pure lo strumentp
io non l’udrò con le mie orecchie il dio
e non per questo sceglierò il provetto Marsia
scegliere l’uno e rifiutare l’altro
è compimento
fine
suonino pure entrambi
e godano del reciproco solfeggio
dell’ermetico dubbio
della sfida

 

(Arturo Maria Licciardi)
(in © A.M.LicciardiIl dio minore, Cultura Duemila Editrice,1992, p.52)

.

XXXIII

Essere uno
di Arturo Maria Licciardi

io v’abbandono!
non per salvare la pelle
giacché la salva solo chi nasce
e v’appartiene
io non sono nato
sono l’oggetto
la cosa
la cosa che nasce negli occhi dell’altro
negli occhi dell’uomo
negli occhi di Dio
io sono rifiuto per molti
acquisto per altri
sono merce rara al di qua dei banchi
e poi più in là la memora dell’Ente
io mi dibatto tra forze ostili
avverse
son forse Ousia che resta?
perché dimoro in ogni casa
e non m’oppongo al fato?
perseverar nell’esistenza attuale
mostrar la resistenza come l’agir perfetto
ah l’accecante luce del pensiero!
meglio di lui corse Apeiron sul veloce destriero
essere uno eppur frammisto in tutti
un pezzetto di uno
uno in cammino

(Arturo Maria Licciardi)
(in © A.M.LicciardiEssere uno, Cultura Duemila Editrice,1992, p.53)

.

XXXIV

Gli infiniti attimi dispersi
di Arturo Maria Licciardi

sui minareti bianchi
gridano gli stanchi emiri
e fruscia su questa sabbia il manto
il canto
e cantano le stelle erranti
Erode
le cornamuse …
e le disperde il vento
l’incerto destino
le gobbe alate
il pianto a ingigantire la notte
di quest’Arabia infranta
assunta
fra le comete
a rinsaldar santuari
e Magi
preti Caldei
presepi
e doni a Natale
e sogni
sul mio letargo antico
il lutto!
e quest’amor tradito

(Arturo Maria Licciardi)
(in © A.M.Licciardi, gli infinitimi attimi dispersi, Cultura Duemila Editrice,1992, p.54)

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XXXV

La pelle di Giuna
di Arturo Maria Licciardi

bagna le labbra
alla fonte Giuturna
disseta l’incanto
la voglia d’amare
non c’è più terra
non c’è più la luna
c’è solo il mondo e questa pelle…
Giuna ti guida virtuosa vestale
e tu sulla scia del prodigo manto
non temi castigo
te ne vai per la via
e rammendi tessuti
sorrisi
e l’amore a un viandante
il poeta che soffia sui mille colori
e li gonfia i peccati
per meglio scontarli la sera
Giuna le sbarre
gli orari gli infermi
e poi a casa
la dolce preghiera

(Arturo Maria Licciardi)
(in © A.M.Licciardi, La pelle di Giuna, Cultura Duemila Editrice,1992, p.55)

.

XXXVI

Mito

di Arturo Maria Licciardi

di mirti cinse e d’alloro il capo
il divino Apollo
quando Peneo sottrasse a lui
la dolce la dolce ninfa Dafne
e odorò la grigia foglia
sospinge il poter del dio a individuar natura
e la sorpresa è solo tua
misero sembiante
che non avesti fede abbastanza
da tramutarti in pietra
porgilo il cuore al tuo benefattore
trovalo nel fondo dei pensieri il più bel motto
quello che ti traluce gli occhi
e poi zampilla sui papiri
Ciane!
l’eterna fonte che ricusò l’estraneo cenno
l’amor profano

 

(Arturo Maria Licciardi)
(in © A.M.Licciardi, Mito, Cultura Duemila Editrice,1992, p.56)

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XXXVII

Il nodo di Gordio

di Arturo Maria Licciardi

approdar felice in Aulide
il benefico porto
e attender propizio il vento per salpare
io e te mischiati a quella plebe
gozzoviglie e lami di pugnali
e poi frastuoni disperati nell’antro del ciclope
miti e leggende
fandonie!
e poi la fuga
l’incendio
e quell’imbroglio che passò alla storia
partite pure, soldati!
io resto qui
su questa spiaggia antica
voglio godere della natura
di questw case vuote
e delle strade inermi
tutte palmizi e ulivi
goditi sguardo
la veduta
per questo tempo ti è concesso il gaudio
di là del mare
i tuoi fratelli annaspano tra i fumi dell’incendio

(Arturo Maria Licciardi)
(in © A.M.LicciardiIl nodo di Gordio, Cultura Duemila Editrice,1992, p.57)

 

.XXXVIII

La storia addormentata

di Arturo Maria Licciardi

fuori
per strada
e giù di lì nell’anima
germogliano le mille primavere
consolazioni strane
recondite carezze
eppur magia
venite amici!
sparpagliamoci distanti
l’un da l’altro
respiriamola quest’aria primordiale
non arrossite poi
della natura
dell’amoroso gesto
e lasciatelo a quei fiori
il bel profumo
quello che si compiacque
fiore di campo
rosso
e il grillo salta
schiudi le labbra a questo corpo incline
tingila la pelle
e il tuo germoglio odora
polline l’insetto
e l’ape vola
variopinta farfalla
odor di fieno
frusciami tiepido il vento del mattino
fiore d’autunno
sotto le foglie il viso
e il grillo più non salta
non vola l’uomo
passa la storia addormentata…
e si riposa
e ci riposeremo un giorno
io e te!
sul fondo del lago…
su quelle alture l’ali non protese
il corpo è stanco
e il nostro tempo è giunto

(Arturo Maria Licciardi)
(in © A.M.Licciardi,La storia addormentata, Cultura Duemila Editrice,1992, pp.58-59)

 

.XXXIX

Marebbe

di Arturo Maria Licciardi

scorre la fresca acqua
e limpida
in Marebbe
tu che m’aspetti a gorgogliar sorrisi
io che ti freno
e questa vita muore
l’altra straripa
e se ne va fluttuando
ad ingrossare il mare

(Arturo Maria Licciardi)
(in © A.M.Licciardi,Marebbe, Cultura Duemila Editrice,1992, p.60)

 

 

.XL

Io ti raggiungo a Dodona

di Arturo Maria Licciardi

io ti raggiungo a Dodona
io e te fra quelle querce intatte
Zeus ci invita!
e più che Delfo parlò il tubar
di due colombe in volo
dammi la mano e non temere
la nostra prece è accolta
guarda!
ora dormo …
e il coro degli angeli è muto
l’arcata
il flagello come un remo spezzato
e già torno cipresso
cinghiale
questo tronco che ingrossa …
e son sasso che cade
che sfugge a rilento
son mesto tornare
e poi ancora domani
io torno a volare

 

(Arturo Maria Licciardi)
(in © A.M.Licciardi,Io ti raggiungo a Dodona, Cultura Duemila Editrice,1992, p.61)

 

FINE

 

 

 

 

 

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