Son sempre io, mi riconosco, Poesia di Barbara Miranda

Son sempre io, mi riconosco,
la bimba a testa alta
fluttuante fra cielo e terra
che portava i libri in un elastico.
Portone antico e la fontana del Genio per arrivare a scuola.
Son sempre io, mi riconosco
Punte tese a danzar su mattoni lucidi
e sguardo d’amor di luce
su me bambina col tutù
in una stanza d’oro
e tazzine arancioni per il caffè
e musica psichedelica a guidar le danze.
Son sempre io, mi riconosco
sposa velata di tristezza
sotto la pioggia di ottobre
lacrime di sale
cristalli di oblio
e di naufragio.
Son sempre io, mi riconosco
madre frastuono di viscere
e frammentazione dell’Io
dono assoluto e gioia
e angoscia di non essere
abbastanza.
E ancora io, mi riconosco
dispensatrice di sorrisi e amorevoli cure
per piccoli esseri
di azzurri e di miele
e la fatica, la responsabilità e l’ardore di spendere
gocce di cuore rosso puro.
Nulla mi appartiene
Appartengo al Tutto .
Sono molecola fra gli astri.
Son io, mi riconosco.

(Barbara, Son sempre io, mi riconosco, 2023)

La mia bimba, Poesia di Barbara Miranda

La mia bimba

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La mia bimba

è cresciuta tanto

e tanto più bella si è fatta.

È una farfalla che vola felice

e dietro di lei sciami d’amore l’abbracciano e la guidano

nel suo cammino di voli infiniti.

La mia bimba è una ragazza in fiore

delicata e forte come un ramo

interrato in radici profonde.

I suoi steli svettano al vento

di boccioli chiusi e aperti in cima

a svelare colori magnifici di primavera.

Cercano sole caldo di luce.

La tua luce attrae le bellezze

nascoste dell’universo

le comete con le punte

disegnate dai bambini

nei biglietti di Natale.

Punta di metallo e zucchero

miele di blu notte e rosa d’alba

e giallo di grano e sabbia d’estate.

La mia bimba blu come le onde

profonde di mare alto

verde acqua della riva calda del mare.

Stella dei Monti e dei cieli

dei mari e degli alberi secolari.

Scrigno prezioso di vita

che esplode nel mio petto di madre.

Sguardo che ti segue

finché non spiccherai il volo.

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(Barbara Miranda, La mia bimba, 30 novembre 2012)

Estate 2022

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Estate 2022

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Non so se la felicità sia cosa effimera e fugace;
credo, però, di aver fatto uno scatto di crescita.
Estate freschissima di azzurri e coralli,
risate fragorose,
metafisiche “pensate”,
affetto sincero,
cibo genuino…
Le mie radici ataviche sparate a bomba sul futuro
come frecce di calore e di pace.

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(Barbara Miranda, Estate 2022, 03/08/2022, ore 15.26)

Paradossi

Stigma di malattia nei miei polsi e nel cuore.

Tumulti e burrasche

affollano il mio passato.

Una mano sugli occhi

ha velato la mia vitalità

per troppo tempo.

Sana e viva in un mondo malato.

Come puoi chiedermi

di adeguarmi?

Ma ho trovato le chiavi di casa.

Non impazzisco più

non somatizzo più.

Come il “Candido” volteriano, coltivo un giardino di fiori.

Tra sterpaglie e colori vividi.

La complessità deve includere equilibrio.

Non può prevalere sempre il male.

La lotta deve essere efficace.

Il piccolo fiore che nasce dal cemento è il

più potente simbolo di eternità.

Un orologio senza lancette.

Il male non è che finitudine

Scorie da liberare, spinta energetica per creare.

La bellezza non è inquinabile.

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(Barbara Miranda, Paradossi, 4 Maggio 2021)

Foglio bianco, Poesia di Barbara Miranda

Foglio bianco

Come il “bianco/pagina – nero/parola” di Bartolo Cattafi.

Vuoto

come nudo di viscere

pronto ad accogliere

di vecchio proverbio orientale.

Devi essere vuoto, dice.

E già non più, e mai più, e ancora una volta, e come una volta.

I girotondi dei bambini:

come girava la testa a stare in centro eretta e statica con le mani sugli occhi, il cerchio rassicurante che ti girava intorno,

sempre uguale a se stesso.

E poi squarci e amoroso confliggere

e valigie di petali e colori

e creature al petto di madre.

Correre a perdifiato per rodariane

“Strade che non portavano in nessun posto”.

Le casualità sono frecce multidirezionali:

zigzagando simultanee, un passo alla volta, si muovono in contemporanea come in una danza:

braccia

polpacci

dita

spalle

punte tese

in armonia e soggettiva forza unificante

volano

in cerca di mondi sconosciuti.


(Barbara Miranda, Foglio Bianco, 2 Dicembre 2021)

Il modello, Poesia di Barbara Miranda

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Il modello
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Non condivido cosa mi piace,
il bello, il buono, la dignità del pulsare
perché non sono autorevole.

I miei deliri urlati sottoterra
mi hanno tenuta bassa
non conta se sono sempre risalita,
non sono tuttavia vincente
perché non sono mai salita
sul carro degli imbellettati
mortiferi modelli luccicanti di nulla,
del consumo effimero delle esistenze.
Non sono ricca, non occupo un posto
né uno spazio.
Io cammino a piedi e con un piede malconcio.
Ma respiro e lotto pure per respirare
ma non sono autorevole.
Non sono un modello perché ho amato
ricercato “ciò che è invisibile agli occhi”,
ciò che palpita sotto la cortina di ferro,
ciò che la solitudine ama.
La mia falsa solitudine,
la radice che abbraccia le sue foglie.
Ho dimenticato i miei carnefici.
Vibro al vento e tremo di poesia e d’amore
per questa vita insulsa dove la paura esplode
da viscere sognanti, da ricordi misti a musiche.
L’inconscio junghiano che chiamiamo destino.
Sola e forte nella nebbia e nel sole.
Non sorrido ancora, ma ci provo.
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Barbara Miranda, Il modello, 08 novembre 2021

Anima labile, Poesia di Barbara Miranda

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Anima labile

Si nutre di schizzi di cielo
non trova rifugio e cerca pace

nel rischio, nella caduta, nell’afflizione.
In mare aperto
nuotare
sotto la pioggia
controcorrente
senza intravedere mai la riva.
E celebrare la vita,
l’assenza, l’amore che non basta.
Restare in piedi, rapita, estatica.
Sentir pulsare le vene
ad un richiamo che non conosci.
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(Barbara Miranda, Anima amabile, 22/09/2020)