Paradossi

Stigma di malattia nei miei polsi e nel cuore.

Tumulti e burrasche

affollano il mio passato.

Una mano sugli occhi

ha velato la mia vitalità

per troppo tempo.

Sana e viva in un mondo malato.

Come puoi chiedermi

di adeguarmi?

Ma ho trovato le chiavi di casa.

Non impazzisco più

non somatizzo più.

Come il “Candido” volteriano, coltivo un giardino di fiori.

Tra sterpaglie e colori vividi.

La complessità deve includere equilibrio.

Non può prevalere sempre il male.

La lotta deve essere efficace.

Il piccolo fiore che nasce dal cemento è il

più potente simbolo di eternità.

Un orologio senza lancette.

Il male non è che finitudine

Scorie da liberare, spinta energetica per creare.

La bellezza non è inquinabile.

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(Barbara Miranda, Paradossi, 4 Maggio 2021)