La scelta
Travature metalliche s’intrecciano
Lame arrugginite mi sfaldano la pelle
Mentre resto seduta
Sulla banchina di un molo deserto.
Umido contatto con la pece:
Mi son lasciata trastullare
Dal bisbiglio amoroso dei vermi
Perché sapevo, perché ho sempre saputo
Di non avere scelta.
Tuttavia una scelta esiste,
Un’ultima, vana, utopica scelta:
Fuggire
Catarticamente fuggire
Da tutti
Dal fetore delle menzogne
Da me
Dal mondo.
E ruotare le braccia come pale impazzite
E furiosamente dire no
Alla merda
Unica impalcatura degli altrui ideali
E infine deviare ogni sentiero
Perché nessuno più possa raggiungermi
Perché nessuno più possa sporcarmi.
(Barbara Miranda, 22 agosto 1990)