Vittime dello Stato, Poesia di Francesco Augello

Vittime dello Stato

È possibile che la società appaia così ottusa,

sempre più confusa?

Sembra che l’evoluzione della specie si sia chiusa,

tutti imprigionati come cervelli dietro le finestre,

mentre è giunto l’odore di cresciute ginestre.

Per tanti solo l’ultimo saluto, causa quel poco aiuto,

per quel temuto starnuto, ma vale meno di uno sputo.

In molti ad inseguire il monopolio delle piatte idee,

delle vendute apparenze,

terrorizzate da pseudo intelligenze.

Una perdita colossale,

vittime di un business commerciale, dell’emergenza,

figlia di una scellerata demenza.

Un indotto panico sapientemente trattato,

ma, fate silenzio, molte sono le vittime dello Stato,

da ogni parte sempre più odiato,

mentre un grido accorato si leva contro quel Governo sbugiardato,

chi dalle tribune del parlamento urla: io non mi arrendo,

non manca chi a tal parole sbandiera il vilipendio,

a difesa di un capitalismo della sorveglianza,

un’epidemia culturale, ad oltranza;

cavalca l’abbondanza e il fare ordinanza,

l’articolo 68 ha stretto il bavaglio

a chi non vuol essere un corrotto,

o vedere la propria ragione indotta in errore,

con parole che non sono eredi di una dimensione reale,

solo morti per un errore fatale;

una manipolata realtà, in quelle ceneri, tutta la crudeltà.

Un altro test, per la società,

come l’invenzione di quel “fuoco amico”

o di quel “conflitto a bassa intensità”,

frutto di una linguistica abilità,

una vera minaccia per la società,

un’arma invisibile del persuadere,

ma efficace per indurre l’amico o il nemico a cadere,

a cedere ogni avere, come reale è quel costante temere,

semplici parole a minare le menti per ore ed ore;

un provocare l’orrore, la strategia della tensione,

un cambiamento dell’ordine sociale,

attenti a non dire: è da condannare!

Un mutamento prodotto dalla disposizione delle parole,

le più innocue, ma in grado di stravolgere ogni opinione,

vale per ogni concetto o significato,

anche quello al pensiero più caro o amato.

Inutile, l’uomo appare già condannato,

vittima del suo stesso reato: un voto mal dato!

Ma sarà sempre in quel domani che vedremo

a chi ha giovato, una sola certezza:

il popolo va sempre aiutato,

senza di esso nessuna Nazione, nessuno Stato.

(Francesco Augello, 15/05/2020)

Nota biografica

 Francesco Augello, nato ad Agrigento nel 1973, andragogista con un forte background nella divulgazione informatica che sapientemente lega, da sempre, al mondo della tutela dei minori e delle disabilità. Esperto di pedagogia ad orientamento clinicogiuridico-tiflologico, interessato alle dinamiche socio-mediatiche, psico-sociali ed educative, in qualità di saggista collabora dal 2004 con diversi editori e riviste scientifiche. Uno studioso eclettico, stimolato dalla curiosità di sapere, contro una società affetta da una costante manipolazione dell’informazione e dalla “post-verità”, educato alla creatività, capace di mettere a servizio le sue innumerevoli competenze/capacità e, cosa che lo contraddistingue, di trasmetterle con passione e professionalità.

Per ascoltare la Poesia, recitata dal Poeta:

https://www.francescoaugello.it/poesie/vittimedellostato.mp3